Hello historybuff
I got a response from Andrea Cauli today, just in time to answer your
question
I'll post first my translation of his message and then the original
message in Italian. He also sent two attachment with the entire press
coverage before and during the days of the strike. In the documents
there are the articles of all the major Italian papers explaining in
detail what the issue was and why they were planning the strike. I
will copy them at the bottom of this answer, they are quite long and
all in Italian. I didn't translate them since I'm not sure you are
interested but if you are I can do the translation.
I hope this will help and I would love to see the movie ;-)
Let me know if I can be of further help
silviares
Around 1000 bagnini (beach workers) coming from all over Italy took
part in the 1998 umbrella strike. There was a meeting at the Plaza
Hotel in Rome in the days preceding the strike, representatives of
Public Administration, political figures and workers of the sector
took part in the meeting.
There is TV coverage available by the main news networks.
There is complete news coverage of the event with photos, posters etc.
The event allowed us to meet the Minister rapresantives to work on the
issues.
N.B. There was never a March in September, the event was named by the
papers "the shadow strike" (with an article on the first page of the
Wall Street Journal).
I got the rumor that Joe Turturro was thinking about making a movie on
the subject !?!?
Andrea Cauli (SIB) writes
"Lo sciopero degli ombrelloni del 1998 ha visto la partecipazione di
circa 1.000 bagnini provenienti da tutta Italia.
All'Hotel Plaza di Roma c'è stato un convegno nei giorni precedenti
con politici, rappresentanti della Pubblica Amministrazione, addetti
del settore ecc.
Esistono delle riprese televisive dai principali telegiornali.
Esiste una completa rassegna stampa dell'evento con foto, manifesti,
ecc.
L'evento ci permise di incontrare i rappresentanti del Ministro per
affrontare le problematiche.
N.B. Non ci fu nessun corteo a Settembre, l'evento fu definito dalla
stampa "lo sciopero dell'ombra" (con un articolo del Wall Street
Journal in prima pagina).
Mi era giunta voce che Joe Turturro volesse girare un film sull'evento
!?!?"
subject !?!?
ATTACHED PRESS COVERAGE DOCUMENTS
RASSEGNA STAMPA
Hanno parlato di noi:
CORRIERE DELLA SERA
3 Marzo 1998
SPIAGGE, RISCHIA DI SALTARE LAPERTURA.
I GESTORI: NO ALLAUMENTO DEI CANONI
Rischia di saltare lapertura degli stabilimenti balneari per la
prossima stagione turistica.
Il SIB, Sindacato Italiano Balneari Fipe-Confcommercio, che associa
oltre diecimila esercenti, ha proclamato lo stato permanente di
agitazione e minaccia di scioperare se verranno aumentati i canoni
demaniali, previsti dal regolamento di attuazione della legge 494 del
ministero dei Trasporti. Siamo molto preoccupati perchè il previsto
aumento dei canoni fino ad otto volte non è assolutamente sostenibile
dalle aziende, dicono al Sib.
Ma non soltanto: il sindacato rivendica la possibilità, rispetto al
disegno di legge sui beni demaniali in discussione al Senato, di
acquistare oltre allo stabilimento anche la spiaggia sulla quale è
edificato, tenuto conto degli investimenti che i gestori hanno fatto
nel corso degli anni. E ancora: il Sib dichiara di essere daccordo
sulla lotta agli abusivi e sugli adempimenti di legge per adeguarsi
alle esigenze dei portatori di handicap, ma sollecita anche le
autorizzazioni: Lo Stato ci impone di realizzare le opere, ma poi non
ci rilascia il nulla osta: così paradossalmente si rischia di
diventare abusivi, lamentano i portavoce del sindacato.
Alle Regioni, infine, il Sib chiede di accelerare il decentramento,
attraverso una semplice legge di riforma che elimini le incertezze
della legge 494 , e sollecita il coinvolgimento nella Conferenza
Stato-Regioni ed in quelle Conferenze di servizio, unico strumento per
uscire dalle paludi della burocrazia.
GAZZETTA DEL SUD
3 Marzo 1998
STABILIMENTI BALNEARI CHIUSI, SPIAGGE SENZA OMBRELLONI?
Unestate senza ombrelloni potrebbe attendere i vacanzieri 98: il
sindacato italiano balneari (Fipe - Confcommercio) che associa oltre
10.000 esercenti ha proclamato lo stato permanente di agitazione
contro i troppi problemi che affliggono la categoria e non esclude
la serrata.
La protesta, che è stata annunciata nel corso di un convegno svoltosi
nellambito della Borsa Internazionale del Turismo di Milano, è
rivolta innanzitutto alla classificazione delle aree balneari. Secondo
la Fipe infatti la distinzione tra aree ad alta, media e bassa valenza
turistica viene utilizzata non per garantire qualità ai turisti, ma
come parametro moltiplicatore per i canoni demaniali.
Gli imprenditori balneari contestano inoltre la prospettata ipotesi
di vendere ai concessionari quello che essi hanno costruito con grandi
sacrifici. Siamo disposti a comperare - affermano in una nota - ma si
tratta certamente di un falso problema, la cosa più importante, nella
quale lo Stato non sta impegnando nessuna risorsa è la possibilità di
sviluppo del settore.
Gli imprenditori riconoscono quindi al ministro Burlando il merito di
aver inserito nella Finanziaria un articolo che ha reso definitivi i
canoni demaniali fino ad ora versati ma - affermano - lo spettro dei
canoni aumentato fino ad otto volte si sta riproponendo.
La Fipe chiede quindi che le Regioni si impegnino per un rapido
decentramento e una legge semplice che riformi la materia e di
essere coinvolta nella Conferenza Stato-Regioni e nelle Conferenze di
servizio locali per uscire dalle paludi di una burocrazia che avanza
fin sotto gli ombrelloni.
Ad esempio delle contraddizioni Riccardo Scarselli, presidente del
SIB, cita lobbligo dellabbattimento delle barriere architettoniche
imposto dallo Stato, pena la decadenza della concessione demaniale e
quindi la chiusura dello stabilimento, a cui spesso però fa da
contraltare la mancata autorizzazione delle stesse opere da realizzare
per essere in regola.
IL MESSAGGERO
27 Marzo 1998
E PER LESTATE 98 GLI STABILIMENTI BALNEARI INCHIODANO I PREZZI AI
LIVELLI DI DUE ANNI FA
Non aumenteranno la prossima estate i prezzi dei servizi balneari.
Nonostante i venti di guerra che scendono dalle coste romagnole,
(dove, se si dovesse confermare lipotizzata crescita dei canoni
daffitto demaniali) si prospetta una stangata su lettini ed
ombrelloni, a Ostia, Fregene e dintorni i costi degli accessori da
spiaggia resteranno stabili.
Lassicurazione è di Fabrizio Fumagalli, presidente regionale del Sib,
sindacato italiano balneari. Linflazione segnalata dallIstat -
annuncia - è stata dello 0,9 per cento. Sarebbe irrilevante applicare
aumenti di questa misura. Quindi, anche per incentivare la
frequentazione delle nostre coste, abbiamo deciso di mantenere i
prezzi dellestate passata. Che poi, sono le stesse tariffe applicate
due anni fa.
I prezzi medi giornalieri degli stabilimenti che saranno applicati
negli impianti balneari oscilleranno dalle 6 mila alle 10 mila lire
per laffitto di un lettino, 3/8 mila per la sdraio, 6/30 mila per una
cabina da 4 persone, 6/9 mila per lombrellone.
Lunica incognita - aggiunge prudente Fumagalli - è rappresentata dal
ventilato aumento dei canoni demaniali che potrebbero essere
incrementati sino a 6 volte dal Governo. In quel caso è chiaro che non
potremo garantire la stabilità dei prezzi, nonostante le nostre ferme
intenzioni di migliorare la qualità dei servizi.
IL SECOLO XIX
3 Marzo 1998
SPIAGGE, PAURA DEL CANONE
SE PASSA LA LEGGE, ARRIVA LA STANGATA. E NOI CHIUDIAMO
Tutti gli anni di questi tempi, i titolari degli stabilimenti balneari
fanno parlate di sè. Una legge che è sulle loro teste come una spada
di Damocle e che torna ciclicamente a diventare un incubo. Minacciando
uneconomia che, grazie alla Regione Liguria, ha assunto almeno sulla
costa delle due Riviere dignità di imprese turistiche, ma non è ancora
riuscita a risolvere i grandi problemi di fondo. Che, come già lanno
scorso, sono legati alla legge 494 del 1993 che ogni anno torna alla
ribalta con il rischio che, dopo tanto gridare al lupo, al lupo
finalmente possa essere applicata. Così di fronte alla minaccia che
gli stabilimenti balneari debbano pagare canoni moltiplicati anche di
otto volte rispetto al passato, riparte la mobilitazione. Con la
minaccia messa in atto dal SIB , il Sindacato Italiano Balneari
aderente alla Confcommercio, di arrivare alla non apertura delle
strutture in vista dellestate, se il rischio del caro demanio non
verrà evitato. Abbiamo proclamato lo stato di agitazione - fa sapere
Riccardo Scarselli, presidente nazionale del SIB, il sindacato dei
balneari che raggruppa oltre 10 mila esercenti - e potremmo arrivare
questanno a quanto già minacciato un anno fa, ossia la non apertura
delle nostre imprese. Chiediamo alle Regioni di affrontare con
responsabilità e decisione lattuazione delle deleghe e nello stesso
tempo di essere coinvolti nella Conferenza Stato-Regioni ed in tutte
quelle conferenze di servizio organizzate a livello locale per
uscire dalle paludi della burocrazia.
Il problema di fondo è quello della classificazione dei titoli in A, B
e C in base ai quali pagare poi i canoni. Sono le incertezze che ci
creano angosce - aggiunge Scarselli - la provvisorietà dei canoni, la
precarietà e la breve durata dei titoli concessionari, le lungaggini
delle procedure, i vincoli dovute a competenze incrociate, la
confusione e lincertezza delle norme, lIva, nefasto esempio di
tassazione al 20 per cento per il turismo, lesclusione sistematica
del settore da tutti i sostegni alle imprese turistiche e
commerciali. E se i canoni rischiano di pesare (se passa la legge) in
maniera eccessiva, un altro tema delicato è quello relativo
allipotesi di privatizzazione del demanio. Uno stralcio al Senato,
deciso proprio Venerdì, ha tolto un po di veleno ad un altro tema su
cui gli operatori erano decisi a battersi. Anche perchè i balneari
italiani sono pronti ad acquistare le aree e le strutture oggetto
delle attuali concessioni balneari, aggiunge Scarselli, ma, a loro
avviso la bozza di disegno di legge proprio non va bene. Di fatto
il governo - spiega il presidente del Sib - ipotizza di venderci
quello che abbiamo costruito con il nostro lavoro e con il sacrificio
di tre generazioni di operatori balneari, senza tenere conto degli
investimenti cospicui che abbiamo fatto e dei canoni demaniali che
abbiamo pagato. Tutto questo è inaccettabile: lunica strada
seriamente percorribile è la cessione della superficie.
Un disegno definito alquanto incerto, che punta a ottenere introiti
eccezionali (si parla di 2.800 miliardi) trascurando lopportunità di
sviluppo che il sistema dei servizi, che caratterizza le spiagge
italiane, può offrire a vaste aree del Paese.
Al momento questa seconda operazione, che pareva imminente perchè in
un primo tempo legata al disegno di legge sul finanziamento pubblico
dei partiti, sembra rinviata ad un futuro non troppo prossimo. Resta
leterno problema dei canoni e quella legge che, se applicata, può
mandare in bancarotta molte imprese. Così si minaccia. Con la certezza
che ora si attiveranno tutte quelle componenti pubbliche e private per
rinviare di nuovo anche questa emergenza. Ma ogni anno che passa la
paura degli operatori cresce.
AGENZIA ANSA
19 Marzo 1998
DEMANIO MARITTIMO: REGIONI , MODIFICARE SUBITO LA LEGGE
La modifica in tempi brevi della legge sul demanio marittimo è stata
chiesta dal Coordinamento degli assessorati regionali al Turismo,
guidato da Maria Paola Profumo (Liguria), al Ministro dei Trasporti
Claudio Burlando.
Queste le richieste delle Regioni: che per il 98 i canoni demaniali
siano equiparati alla categoria C, quelli più bassi, che il Governo
avvii urgentemente la revisione del Codice della Navigazione ed emani
i regolamenti semplificativi delle procedure per la concessione e
gestione delle aree demaniali marittime, che il conferimento delle
funzioni amministrative venga modificato da delega a
trasferimento, accompagnato dal riconoscimento delle risorse
finanziarie e umane. Le Regioni si impegnano inoltre a riconoscere le
imprese balneari come imprese turistiche a tutti gli effetti, con la
possibilità di ricevere incentivi economici per il miglioramento ed il
potenziamento delle strutture e degli impianti.
Apprezzamento per le posizioni delle Regioni viene dal SIB (Sindacato
Italiano Balneari) secondo cui comunque molto rimane da fare. In
attesa che le proposte delle Regioni vengano tradotte concretamente,
il Sib ritiene necessario che per il 98 i canoni siano quelli
versati nel 97 a titolo definitivo. Infine, per il Sindacato è
importante arrivare velocemente ad una normativa generale che superi
le incertezze che gravano sulle imprese turistico-balneari.
AGENZIA ANSA
2 Marzo 1998
TURISMO: FIPE: SPIAGGE A RISCHIO PER SERRATA STABILIMENTI
Unestate senza ombrelloni potrebbe attendere i vacanzieri 98: il
sindacato italiano balneari (Fipe-Confcommercio) che associa oltre
10.000 esercenti ha proclamato lo stato permanente di agitazione
contro i troppi problemi che affliggono la categoria e non esclude
la serrata.
La protesta è rivolta innanzitutto alla classificazione delle aree
balneari: secondo la Fipe infatti la distinzione tra aree ad alta,
media e bassa valenza turistica viene utilizzata non per garantire
qualità ai turisti, ma come parametro moltiplicatore per i canoni
demaniali. Gli imprenditori balneari contestano inoltre la
prospettata ipotesi di vendere ai concessionari quello che essi hanno
costruito con grandi sacrifici. Siamo disposti a comprare - affermano
in una nota - ma si tratta certamente di un falso problema, la cosa
più importante, nella quale lo Stato non sta impegnando nessuna
risorsa è la possibilità di sviluppo del settore. Gli imprenditori
riconoscono quindi al ministro Burlando il merito di aver inserito
nella Finanziaria un articolo che ha reso definitivi i canoni
demaniali fino ad ora versati ma - affermano - lo spettro dei canoni
aumentati fino a 8 volte si sta riproponendo.
La Fipe chiede quindi che le Regioni si impegnino per un rapido
decentramento e una legge semplice che riformi la materia e di
essere coinvolta nella Conferenza Stato-Regioni e nelle Conferenze di
servizio locali.
AGENZIA ADNKRONOS 2 Marzo 1998
TURISMO: SPIAGGE, GESTORI IN AGITAZIONE, A RISCHIO APERTURA
In forse lapertura degli stabilimenti balneari per la stagione
turistica 1998. Il Sib, Sindacato Italiano Balneari Fipe/Confcommercio
che associa oltre 10.000 esercenti, ha proclamato lo stato permanente
di agitazione e minaccia di scioperare se verranno aumentati i canoni
demaniali, previsti dal regolamento di attuazione della legge 494 del
ministero dei Trasporti. Siamo preoccupati perchè il previsto aumento
dei canoni sino ad otto volte non è assolutamente sostenibile dalle
aziende dicono al Sib.
Ma non solo: il Sindacato rivendica la possibilità, rispetto al
disegno di legge sui beni demaniali in discussione al Senato, di
acquistare oltre allo stabilimento anche la spiaggia, sulla quale sono
edificati, tenuto conto degli investimenti che i gestori hanno fatto
nel corso degli anni. E ancora: il Sib dichiara di essere daccordo
sulla lotta agli abusi e sugli adempimenti di legge per adeguarsi alle
esigenze dei portatori di handicap, ma sollecita le autorizzazioni:
lo Stato ci impone a realizzare le opere, ma poi, non ci da il nulla
osta: così paradossalmente si rischia di diventare abusivi lamenta il
Sindacato.
Alle Regioni, infine, il Sib chiede di accelerare il decentramento
attraverso una semplice legge di riforma che elimini le incertezze
della 494, e sollecita il coinvolgimento nella Conferenza
Stato-Regioni ed in quelle Conferenze di Servizio unico strumento per
uscire dalle paludi della burocrazia.
AGENZIA ITALIA
2 Marzo 1998
STABILIMENTI BALNEARI: SIB, NO A AUMENTI CANONI, MEGLIO NON APRIRE
Si potrebbe arrivare alla non apertura degli stabilimenti balneari per
la prossima stagione turistica.
La minaccia viene dal Sib il Sindacato Italiano Balneari della
FIPE/Confcommercio che in occasione di un convegno alla Bit a Milano
ha proclamato lo stato permanente di agitazione.
Con la prossima emanazione del decreto attuativo della legge 494/93
che affida alle regioni la classificazione dei litorali in fasce A, B
o C in base alle quali pagare poi i canoni, si prospettano aumenti -
denuncia Riccardo Scarselli il presidente del sindacato che associa
oltre 10.000 esercenti balneari - fino ad otto volte i canoni attuali.
Chiediamo pertanto alle Regioni di affrontare con responsabilità e
decisione lattuazione delle deleghe e nello stesso tempo
di essere coinvolti nella Conferenza Stato-Regioni ed in tutte quelle
Conferenze di servizio organizzate a livello locale per uscire dalle
paludi della burocrazia.
Ad esempio delle contraddizioni Scarselli cita lobbligo
dellabbattimento delle barriere architettoniche imposto dallo Stato,
pena la decadenza della concessione demaniale e quindi la chiusura
dello stabilimento, a cui spesso però fa da contraltare la mancata
autorizzazione delle stesse opere da realizzare per essere in regola.
AGENZIA ANSA
3 Marzo 1998
TURISMO: REGIONI CHIEDONO RIDUZIONE CANONI DEMANIALI
Canoni demaniali equiparati alla categoria C, cioè i più bassi, per il
1998. E la richiesta delle Regioni italiane coordinate dallassessore
ligure al turismo, Maria Paola Profumo, al ministro Claudio Burlando,
invitato ad affiancare il testo del decreto ministeriale sui canoni in
corso di registrazione alla Corte dei conti un secondo provvedimento
ad hoc che venga incontro ai gestori balneari in agitazione.
Il provvedimento potrebbe avere validità fino alla fine dellanno e,
comunque, fino a quando le Regioni non avranno provveduto alla
classificazione delle aree demaniali marittime secondo la legge, ha
spiegato lassessore Profumo che non nasconde la propria soddisfazione
per avere comunque ottenuto, a livello di coordinamento,
lannullamento dei canoni pregressi da parte del Governo.
LATINA OGGI
4 Marzo 1998
ESERCENTI BALNEARI SUL PIEDE DI GUERRA
Stato di agitazione degli esercenti delle strutture balneari che si
ritengono pesantemente danneggiati da alcune norme varate
recentemente.
Il SIB, sindacato nazionale che associa oltre 10.000 esercenti del
settore, contesta in particolare la norma che classifica le aree in
alta, media e bassa valenza turistica che, nata con lintento di
fornire al turista garanzie sulla qualità dei servizi offerti, viene
di fatto presa come parametro moltiplicatore dei canoni demaniali
dovuti dai concessionari, danneggiando di fatto coloro che hanno
effettuato investimenti riuscendo a sviluppare una offerta turistica
con servizi di qualità. Sotto accusa il regolamento attuativo della
legge 494/93 che impone oneri che le aziende non sono assolutamente in
grado di sostenere.
Il responsabile nazionale del SIB, Scarselli, sottolinea: Siamo a
fianco delle amministrazioni pubbliche per perseguire tutti gli abusi
edilizi realizzati sulle spiagge ma è proprio a causa della
inefficienza e dellincertezza delle norme che il più delle volte i
concessionari balneari hanno realizzato opere senza tutte le
necessarie autorizzazioni o in difformità. A questo proposito si
citano labbattimento delle barriere architettoniche e ladeguamento
dei servizi alle esigenze dei portatori di handicap imposte dallo
Stato alle imprese balneari pena la decadenza della concessione
demaniale e quindi la chiusura dello stabilimento. Il problema si pone
ovviamente in maniera consistente per la provincia di Latina che conta
ben cento chilometri di costa e innumerevoli strutture dislocate lungo
le spiagge. Gli esercenti degli stabilimenti lanciano un appello alle
Regioni affinchè affrontino con responsabilità e decisione
lattuazione delle deleghe proponendo una legge semplice ed essenziale
che riformi la materia eliminando le incertezze della attuale
normativa e chiedono di essere coinvolti nella Conferenza
Stato-Regioni. Se ciò non dovesse accadere si rischia di arrivare alla
non apertura degli stabilimenti balneari per la prossima stagione
turistica, con enormi perdite per le località balneari.
LUNITA
30 luglio 1998
Turismo: domani ombrelloni serrati
Sciopero degli ombrelloni e tintarella a rischio dinsolazione. Il
SIB, il Sindacato Italiano Balneari, ha proclamato la serrata per
protestare contro lapprovazione del disegno di legge di riforma del
turismo approvato in Senato ed in discussione alla Camera, che non
riconosce gli stabilimenti balneari come imprese turistiche. Così,
domani, ombrelloni chiusi sulle spiagge italiane. Dieci mila
stabilimenti aderenti alla Confcommercio lasceranno i vacanzieri del
mare senza riparo dai raggi solari. Una protesta che in alcune
regioni, come il Friuli Venezia Giulia, slitterà a Sabato primo
agosto. Ma non tutti i balneari sono daccordo. Hanno preso le
distanze dallo sciopero degli ombrelloni, gli oltre 3 mila operatori
degli stabilimenti della Fiba Confesercenti che considerano la
protesta sbagliata nei tempi e nei modi.....
LA REPUBBLICA
29 luglio 1998
Sdraio e ombrelloni chiusi sulle spiagge adriatiche
Gli ombrelloni resteranno chiusi per un giorno sulle spiagge
dellAlto Adriatico: venerdì su quelle del Veneto, sabato su quelle
del Friuli Venezia Giulia. E insieme agli ombrelloni resteranno chiusi
anche i lettini e le sedie e sdraio. Non ci sarà neanche un filo
dombra, dunque, per i turisti che in questo periodo affollano le
spiagge, e nemmeno una sdraio per distendersi. Lo sciopero
dellombrellone è stato deciso dal SIB, il Sindacato Italiano
Balneari, che raggruppa i gestori degli stabilimenti in segno di
protesta contro la legge quadro sul turismo, recentemente approvata
dal Senato e ora in discussione alla Camera. Secondo il SIB, la legge
non terrebbe in alcun conto le esigenze degli stabilimenti balneari.
La protesta ha carattere nazionale, ma farà sentire i suoi effetti
soprattutto nelle due regioni, Veneto e Friuli, dove maggiore è la
concentrazione di aderenti al Sindacato. Per il SIB, che rappresenta
una categoria che assicura una grande varietà di servizi, da quelli di
spiaggia alla ristorazione, a una popolazione di 430 milioni di
vacanzieri ogni stagione, la nuova legge sul turismo non prevede
alcuna valorizzazione del comparto balneare, che non viene neppure
menzionato. I balneari - dice il consigliere nazionale del SIB
Salvatore Sapienza - chiedono invece che le proprie attività siano
riconosciute in effetti come imprese turistiche, anche per accedere
ai finanziamenti previsti per ristrutturare gli stabilimenti......
CORRIERE DELLA SERA
30 luglio 1998
Sciopero: domani ombrelloni chiusi
Domani ombrelloni chiusi lungo le spiagge italiane. Il Sindacato
Balneari ha infatti confermato la serrata contro la legge sul
turismo. Non protestano, invece, i circa tremila iscritti alla Fiba
Confesercenti, per la quale si finirebbe solo per scontentare i
turisti. Il SIB replica che la compattezza dello sciopero non è
intaccata. Unintera giornata di mare sotto i raggi dellultimo sole
di luglio senza la speranza di trovare sollievo sotto lombrellone. Si
presenteranno così le spiagge laziali, domani, sulle quali è in
programma una giornata di chiusura degli ombrelloni indetta dal
Sindacato Italiano Balneari contro la nuova legge quadro sul turismo
che non riconosce gli stabilimenti balneari come imprese turistiche.
LA NUOVA SARDEGNA
30 luglio 1998
Gli ombrelloni saranno aperti
Gli ombrelloni resteranno aperti. Per rispetto nei confronti dei
bagnanti in un periodo cruciale della stagione. Ma lagitazione dei
gestori di impianti balneari continua, perchè la nuova legge quadro
sul turismo non può non prendere in considerazione una categoria che
fa turismo in maniera continuativa da anni, offrendo servizi sempre
più di alto livello ai bagnanti. La decisione di non chiudere gli
ombrelloni Venerdì è stata presa dai concessionari demaniali della
provincia di Sassari al termine di unassemblea svoltasi nei locali
della Confcommercio e organizzata dal SIB-FIPE. Per motivi
essenzialmente organizzativi, lassemblea dei concessionari ha
ritenuto di non attuare la chiusura degli ombrelloni, una forma di
protesta forte e spettacolare che avrebbe però danneggiato soltanto i
bagnanti e privato lutenza di un servizio fondamentale in un periodo
così delicato della stagione - hanno spiegato i partecipanti alla
riunione. Tuttavia, la nostra categoria manterrà lo stato di
agitazione e ha già programmato, per i primi giorni di settembre, un
nuovo incontro durante il quale verranno messe a punto non soltanto le
strategie organizzative e sindacali in vista della scadenza di tutte
le concessioni demaniali alla fine del 1998, ma sarà anche studiato un
dettagliato programma di rilancio e aggiornamento dei servizi del
settore.....
LATINA OGGI
8 agosto 1998
Cikka 98 lambiente si difende sulla spiaggia
Cikka 98 sulle dune di Sabaudia. Ieri lAssociazione fumatori
cortesi e non fumatori tolleranti è scesa in campo sul litorale
sabaudiano per promuovere, nel rispetto delle leggi, una pacifica
convivenza tra fumatori e non fumatori. La convinzione di AF,
segnalata nellambito di una conferenza stampa tenutasi presso il
ristorante Saporetti, è che leducazione, la cortesia, e la tolleranza
siano le principali qualità da valorizzare per risolvere quei problemi
connessi non solo con il fumo, ma più in generale con tutte le
occasioni di microconflittualità. E così questanno, alla sua seconda
edizione, Cikka 98, presente contemporaneamente nel Lazio, Toscana,
Liguria, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna, distribuirà posacenere
ecologici, oltre a opuscoli informativi, adesivi e così via. Una
simpatica scatoletta di colore giallo per sensibilizzare il fumatore
al rispetto dellambiente e del prossimo, sarà così distribuita anche
su questo tratto di lido. La campagna di educazione civica al fumo è
stata promossa anche dallAutomobile Club dItalia, Marevivo e il
SIB. Alla conferenza di ieri hanno partecipato il segretario nazionale
di AF, Paolo Germano, e Fabrizio Fumagalli, presidente del SIB Lazio.
Sono un convinto non fumatore - ha detto Fumagalli - , ma credo che
il rapporto con i fumatori debba essere garantito da una tolleranza
reciproca. Luso del posacenere sulla spiaggia deve far riflettere. La
condivisione delle regole infatti deve essere motivo di promozione di
un servizio più capillare per un miglior turismo sulle nostre coste.
Questa campagna di vera e propria educazione civica mira da allargare
la propria presenza sul territorio con iniziative sempre più ad ampio
raggio, e vuole fare in modo che lattenzione rivolta alla cicca possa
essere il punto di partenza per un nuovo e più generale interesse nei
confronti della cura dellambiente.
LA GAZZETTA DI PARMA
1 agosto 1998
Bagnini in sciopero, ombrelloni chiusi
Confermata per oggi la serrata degli ombrelloni. Unatmosfera
settembrina, da fine della stagione, dovrebbe quindi invadere le
spiagge degli oltre 10mila stabilimenti balneari aderenti al SIB
(Sindacato Italiano Balneari) e alla FIPE - Confcommercio in segno di
protesta contro gli annosi problemi della categoria. Le associazioni
del settore, in una nota, ribadiscono che nonostante siano stati
istituiti due tavoli tecnici presso la segreteria del ministro
Burlando e presso la Conferenza Stato-Regioni, oltre ai numerosi
interventi del Coordinatore degli Assessorati regionali al turismo,
Maria Paola Profumo, nessun passo avanti è stato ottenuto. Secondo il
senatore Sergio Gambini (Ds), la serrata dei bagnini, è
intempestiva e non sufficientemente motivata. Nelliter di
approvazione del testo di legge (già passato dal Senato ed ora in
discussione alla Camera), ha spiegato Gambini, sarà possibile valutare
e accogliere le preoccupazioni avanzate dalla categoria. Il testo - ha
sottolineato il senatore - contiene una grande novità: le imprese che
operano sullarenile vengono riconosciute finalmente a pieno titolo
come imprese turistiche, mentre in passato lo erano solo quelle
annesse alle strutture ricettive.
IL TEMPO
1 agosto 1998
Mezzo milione di ombrelloni chiusi
Sono stati circa mezzo milione, secondo il SIB (Sindacato Italiano
Balneari) gli ombrelloni chiusi ieri per protesta sulle spiagge
italiane. Dei circa 6.000 gestori iscritti al Sindacato, spiega il
segretario generale Pietro Gentili, 5.000 hanno infatti aderito alla
protesta. Calcolando una media di 100 ombrelloni per stabilimento,
che comunque sono restati aperti - aggiunge - la serrata ha dunque
riguardato almeno mezzo milione di ombrelloni. Alla protesta non
hanno però aderito i circa 3.000 operatori che aderiscono alla
Federazione italiana balneari della Confesercenti che in una nota
parla di sciopero fallito. Il presidente della Federazione, Giuseppe
Ricci, sottolinea, inoltre, il senso di responsabilità e la
professionalità di tutti gli imprenditori balneari che nel pieno della
stagione turistica non hanno voluto privare i vacanzieri dei loro
servizi. Due i motivi della protesta indetta dal SIB: lesclusione
degli stabilimenti balneari delle leggi che assicurano incentivi al
turismo. Anche la legge sul settore recentemente approvata al Senato
prende in considerazione alberghi, villaggi turistici e campeggi ma
non noi. Il SIB critica anche la riforma delle concessioni balneari
che da più potere alle Regioni. Siamo favorevoli al decentramento -
dice Gentili - ma a patto che ci sia una legge quadro che assicuri un
minimo di omogeneità su tutto il territorio. Tra le Regioni dove la
protesta è stata più tiepida, lEmilia Romagna e il Veneto. Sulla
costa veneta, infatti, la maggior parte delle spiagge è gestita
direttamente dagli
albergatori con il risultato che la presenza di concessionari e
consorzi è piuttosto contenuta. Ombrelloni chiusi a Bibbione e
Sottomarina, aperti invece a Jesolo, Caorle, dove però sono stati
affissi manifesti per spiegare le ragioni della protesta, e nellunica
spiaggia del Lido di Venezia che offre questo servizio (le altre hanno
solo capanne). Molti gli ombrelloni aperti anche in Emilia Romagna,
dove i gestori degli stabilimenti si sono limitati a distribuire ai
bagnanti volantini in cui spiegavano le ragioni della protesta.
Abbiamo scelto di non chiudere gli ombrelloni e di non penalizzare i
turisti - ha detto il presidente del SIB di Rimini, Guido Menozzi -
perchè in un incontro svolto a livello regionale abbiamo ricevuto
assicurazioni che non ci saranno conseguenze negative per la nostra
categoria come quelle previste dalla uova legge sul turismo approvata
in Senato.
LUNIONE SARDA
1 agosto 1998
Ombrellone selvaggio
Mezzo milione di ombrelloni chiusi per protesta ieri sulle spiagge
italiane. Sciopero fallito invece a Cagliari: soltanto nello
stabilimento del Lido un cartello ha spiegato i motivi della
manifestazione voluta in tutta Italia dal Sindacato Italiano Balneari
(SIB): contestare lesclusione degli stabilimenti balneari dalle leggi
che assicurano incentivi al turismo......
MESSAGGERO VENETO
1 agosto 1998
Una legge da cambiare
Sono giorni di tempesta per i gestori degli stabilimenti balneari che
attueranno oggi in Italia una giornata di protesta contro il disegno
di legge sul turismo presentato dal Governo. A proposito di questa
vicenda, lonorevole Elvio Ruffino ha dichiarato: E intenzione dei
gruppi parlamentari di maggioranza di valutare attentamente il disegno
di legge-quadro sul turismo di cui si è iniziato lesame alla Camera.
E molto probabile che siano introdotte profonde modificazioni, in
particolare nel senso di attribuire alle Regioni più ampie competenze.
Non mi pare che si possa dire che nel disegno di legge siano ignorate,
fra i potenziali beneficiari, le imprese che gestiscono gli
stabilimenti balneari. La definizione dei beneficiari è rinviata alle
linee-guida che saranno determinate dalla Presidenza del Consiglio in
rapporto con la Conferenza Stato-Regioni.
GIORNALE DI BRESCIA
1 agosto 1998
Ombrelloni chiusi, traffico in tilt
Tra ombrelloni chiusi per la protesta dei gestori degli stabilimenti
balneari, traffico intenso senza troppi ingorghi ma molti incidenti e
con il brutto tempo alle porte, ha preso il via questo fine settimana
di mezzestate. La giornata di ieri è stata caratterizzata
dallinsolito sciopero degli ombrelloni. Così ripararsi dal sole
sulle spiagge italiane è stato più difficile del solito. Sono stati
infatti circa mezzo milione gli ombrelloni chiusi per protesta dai
gestori degli stabilimenti balneari, secondo il SIB. Il Sindacato
Italiano Balneari protesta contro lesclusione degli stabilimenti
dagli incentivi al turismo e critica la regionalizzazione delle
concessioni.....
IL GIORNALE
31 luglio 1998
Oggi la serrata degli ombrelloni
Ombrelloni chiusi per sciopero: una giornata di mare sotto i raggi
dellultimo sole di luglio senza la speranza di trovare sollievo
allombra. Oggi la maggior parte degli ombrelloni lungo le spiagge
italiane resterà chiusa. Il SIB (Sindacato Italiano Balneari) ha
infatti confermato la serrata indetta per protestare contro i
contenuti della legge quadro sul turismo. Le mancate adesioni dei 3000
stabilimenti riuniti sotto la Fiba Confesercenti e dei grandi
concessionari di Lignano Sabbiadoro e di Iesolo non hanno intaccato,
fanno sapere dal SIB, la compattezza dello sciopero. Noi siamo un
gruppo autonomo, non un ente politico, ha dichiarato Fabrizio
Fumagalli, presidente regionale del SIB Lazio. Il fatto che la
Confesercenti abbia deciso di non partecipare implica una visione
molto più governativa della questione. Secondo il Sindacato
Italiano Balneari, oggi almeno 10.000 stabilimenti non apriranno i
loro ombrelloni. La protesta ha fatto registrare un intervento del
coordinamento degli assessorati regionali al turismo. E loccasione
per una nuova lettura del testo che in questo momento non è da
considerare nè definitivo, nè immodificabile - ha detto Maria Paola
Profumo - assessore ligure. Le Regioni hanno assunto una posizione
decisa, elaborando numerosi ed essenziali emendamenti. Le prospettive
appaiono quindi positive - ha concluso Profumo - e le Regioni
sosterranno con forza la necessità di un più moderno e coordinato
approccio ai problemi del turismo e del demanio, ivi compreso il
riconoscimento delle imprese balneari come imprese turistiche. In
Liguria lo stiamo già facendo.
IL SOLE 24 ORE
4 agosto 1998
Su ombrellone selvaggio lironia della stampa Usa
In Italia il Governo può essere sullorlo del precipizio e i trasporti
flagellati dagli scioperi. A tutto si può fare labitudine ma guai a
toccare le spiagge. Così il Wall Street Journal di ieri ha
ironizzato in prima pagina sullItalia dei vacanzieri che Venerdì
scorso si è ritrovata sotto il sole cocente per la serrata degli
ombrelloni. Alla protesta organizzata dal Sindacato Italiano Balneari
(SIB), hanno aderito 5 mila operatori del settore, su 8 mila lasciando
chiuso mezzo milione di ombrelloni. Lassociazione, che fa parte della
Fipe-Confcommercio, protesta contro la nuova legge quadro sul turismo
approvata dal senato (ora in discussione alla Camera) che esclude la
categoria da tutte quelle agevolazioni destinate invece ad alberghi,
campeggi e villaggi turistici. Lo Stato sottovaluta il ruolo della
nostra categoria - spiega Riccardo Scarselli - presidente del SIB - la
nostra attività occupa 200 mila persone e il 62 per cento degli
italiani privilegia le attività balneari per le vacanze. Chiediamo
pertanto una riqualificazione complessiva dellimmagine del balneare.
Inoltre la nuova legge abrogherebbe la normativa (la legge 494 del
1993) sulla durata della concessione e il canone di affitto, che
verrebbero decise dalle Regioni. Il rischio è un aumento di canone
che penalizza alcune spiagge rispetto ad altre - aggiunge Scarselli -
e concessioni che scadono in tempi brevi, per essere messe allasta
al miglior offerente, senza considerare la qualità del servizio e gli
investimenti. Il SIB non contesta la delega alle Regioni ma chiede
garanzie perchè la legge quadro assicuri una omogeneità su tutto il
territorio. Alla battaglia del SIB non hanno aderito i tremila
operatori della Federazione italiana balneari della Confesercenti che
hanno contestato la serrata, considerata dannosa per tutti nel pieno
della stagione turistica. Per ora, comunque, gli ombrelloni rimarranno
aperti. Il SIB ha raggiunto un primo accordo con il coordinamento
degli assessorati al Turismo delle Regioni e a settembre dovrebbe
aprirsi un tavolo di confronto con il ministro dellIndustria,
Pierluigi Bersani e il ministro dei Trasporti, Claudio Burlando. |